Come avrete notato, ultimamente ho curato pochissimo questo blog. Purtroppo, non
ho avuto per nulla tempo da dedicargli, ma in realtà neppure voglia. Mi è quindi
balenata in mente l'idea di chiuderlo o, per meglio dire, di trasformarlo.
Per dare più ordine, sto pensando di spacchettare gli argomenti trattati in tre
blog tematici: uno dedicato alle recensioni di album musicali e a piccoli
vademecum sul canto (possibile nome: Dissonanze), uno dedicato alle
recensioni di narrativa fantastica e agli articoli sulle tecniche di scrittura e
sceneggiatura (possibile nome: Mitopoiesi) e infine uno dedicato alla
filosofia e all'attualità (possibile nome: Sulle Orme di Prometeo). In
tutti e tre i casi, i post non verrebbero pubblicati in modo regolare, sicché
potrei scriverli solo avendone tempo e voglia, senza rimorsi per non aver
rispettato le scadenze. Considerando la mia vita attuale, probabilmente non
riuscirei a pubblicare più di un articolo al mese per blog.
Non so però quando riuscirò a organizzare questi blog: come ho detto, per adesso
non ho tempo. Considerando il calendario dei miei esami, suppongo di poter
riuscire a organizzarli per fine luglio. Fino ad allora, questo blog
continuerà a essere operativo, seppure a regime molto ridotto.
Anni fa avevo più volte accennato a un romanzo su cui stavo lavorando, poi a
un certo punto non ho dato più notizie. Ebbene, adesso vi spiegherò cos'è
accaduto.
Ho studiato tecniche di scrittura narrativa e di sceneggiatura, con elementi
di retorica e neuroscienze, assieme a Marco Carrara aka "Duca di Baionette".
Per chi non lo conoscesse, è un editor, blogger e in passato anche agente
letterario. Attualmente è il direttore editoriale della collana Vaporteppa
di Antonio Tombolini Editore. Ebbene sì, faccio parte della "Scuola di
Ardimento", ma ancora nessuno mi ha sparato con un obice. Anche se il
rischio l'ho seriamente corso quando il Duca ha analizzato la prima versione
del mio romanzo: l'ha bocciata quasi del tutto! I personaggi non
funzionavano, l'ambientazione non era interessante e la trama aveva dei
buchi, sicché il Duca mi ha consigliato di lavorare a un altro progetto
pubblicabile nel breve termine. Io, però, non ho voluto gettare il bambino
con l'acqua sporca, così ho cercato di salvare il salvabile e di costruirci
attorno una storia diversa. Quando l'ho proposta al Duca, l'ha molto
apprezzata: l'ambientazione ha dei "what if" affascinanti, i personaggi sono
strutturati molto meglio di prima e la trama funziona. In realtà, ci sono
dei punti che continuano a destarmi perplessità, ma nulla di così rilevante
da impedirmi di iniziare a scrivere con fiducia. Questo almeno in teoria,
perché in pratica sono mesi che non riesco a impegnarmi. Inizialmente
credevo di avere il classico "blocco dello scrittore", ma poi ho capito la
situazione era molto diversa.
Col tempo le mie priorità sono cambiate. Mi sono iscritto in Filosofia con
l'idea di prendere un titolo di studio in un settore che mi piacesse, ma
comunque subordinato alle mie due grandi passioni, ossia la musica e la
narrativa. Poi, però, mi sono follemente innamorato dei miei studi, soprattutto
dell'ambito etico. Si tratta inoltre del passepartout per fuggire dalla mia
situazione familiare e da un paese, l'Italia, che sta calando a picco; infatti
vorrei fare la specialista in Scozia, o per lo meno il dottorato. Ebbene sì,
vorrei tentare la carriera accademica. In questo contesto, la mia priorità è
diventata l'università.
Come se non bastasse, non so bene per quale motivo, l'ideare storie è diventato
per me meno naturale. Mi piace ancora moltissimo, ma mentre prima le idee mi
venivano da sole, adesso devo richiamarle con uno sforzo di concentrazione. Ciò
non accade per l'ambito musicale, in quanto canto in continuazione e mi vengono
costantemente in mente melodie e idee per dei testi.
Insomma, in una classifica ideale, la scrittura narrativa per me è scivolata al
terzo posto. Ancora la amo e voglio che faccia parte della mia vita, ma ha perso
priorità. Nulla di male, se avessi il tempo, l'energia e la serenità per fare
tutto. E qui arriviamo al problema vero e proprio: per via di gravissimi
problemi familiari che non ho intenzione di spiegare in questa sede, sono
rimasto molto indietro con gli esami universitari. Ora mi sono semi-trasferito
da mia zia, sono più tranquillo e ho smesso di soffrire d'insonnia, ma devo
comunque riprendere il ritmo. E poi, potrò pure nascondermi, ma i problemi non
spariranno. Ci sto lavorando, sì, ma alcuni non sono risolvibili e altri
richiedono tempo per tornare sotto controllo. Tempo che non ho. Questo è il
nocciolo del problema.
Se mi metto al computer per scrivere, inconsciamente penso di star rubando tempo
allo studio e mi vengono i sensi di colpa perché so di essere indietro, quindi
non riesco a concentrarmi e mi distraggo. Non necessariamente per studiare,
però, perché ancora fatico a focalizzarmi su una sola cosa alla volta e a
studiare in modo continuativo. Ma so che devo imparare a farlo e so di dovermi
impegnare, quindi vedo lo stesso lo scrivere come un'attività che ruba tempo
allo studio e anche alla musica. Nondimeno vorrei ricominciare a scrivere per
tanti motivi: mi piace molto, penso di aver ideato una storia meritevole, non
vorrei avere in futuro il rimpianto di non aver provato, non riesco a immaginare
la mia vita senza la scrittura narrativa e ho investito tempo ed energie per la
mia formazione. E allora che si fa? Credo di aver capito cosa potrebbe sbloccare
la situazione. Devo rimettere ordine nella mia vita, ritrovare una solida
serenità e le capacità di organizzazione per recuperare gli esami lasciati
indietro e studiare con metodo. Devo insomma acquisire sicurezza e ritmo nello
studio, permettendomi di sacrificare una o due ore al giorno per la scrittura
senza avere sensi di colpa. A quel punto potrò ritrovare il piacere della
scrittura.
A me non interessa minimamente della fama, del successo o dei soldi. A me
interessa creare dei romanzi di cui andare fiero e so che per questo ho bisogno
dell'aiuto di Marco Carrara: per quanto posso aver studiato, non mi sento
autosufficiente e penso che senza il suo editing e i tuoi consigli le mie
creazioni sarebbero solo diamanti grezzi se non addirittura schifezze
vomitevoli. Fortunatamente, Marco si è mostrato molto comprensivo e lo ringrazio
ancora per questo.
Per un aspirante cantante, studiare è importantissimo per una molteplicità
di motivi. Innanzitutto per preservare la salute delle proprie corde vocali,
poi per sgrezzarsi, migliorarsi, saggiare i propri limiti e aprirsi a nuove
possibilità espressive. Penso che l'impegno e l'allenamento siano molto più
importanti del talento naturale, ma ciò è dovuto anche alla mia storia
personale.
Prima di iniziare a studiare canto, a 16 anni, ero decisamente scarso:
vocina brutta, piccola, corta, poco intonata e con un pessimo senso del
ritmo. Studiando non ho solo migliorato molto l'intonazione e il senso del
ritmo, ma ho anche scoperto le mie potenzialità e quindi la mia vera
estensione, la mia vera potenza e le mie capacità espressive. Ma
soprattutto, ho appreso un'impostazione che mi ha salvato la voce.
Vedete, Madre Natura ha fatto sì che io fossi inadatto per il canto. Tutto è
iniziato col setto nasale deviato, che ho operato a 17 anni. E poi con
l'ipertrofia ai turbinati. E poi con l'ipertrofia ai turbinati. E poi con
l'ipertrofia ai turbinati. No, non è un loop: mi sono operato tre volte con
il laser. Il motivo? Sono pesantemente allergico agli acari e ad alcuni
pollini (olivo, graminacee e parietaria). Purtroppo l'ho scoperto tardi per
evitare che i miei turbinati scassassero il cazzo. Potete ben immaginare
quanto la situazione mi abbia fatto gonfiare le palle, non solo quelle del
naso.
La mia vita si è quindi trasformata in un continuo ingurgitare
antistaminici, da sostituire periodicamente perché il mio organismo si
assuefa in tempi record. Ho anche intrapreso la terapia desensibilizzante
(volgarmente detta "vaccino"), che pare stia funzionando. Nondimeno, sono
dipende dall'aerosol al cortisone, senza il quale rischio di avere quantità
di catarro tali da poter sfamare l'Africa (fa schifo, lo so), continue
laringiti e totale incapacità di respirare dal naso. Non vi dico per quante
volte mi sono svegliato col mal di gola, cosa che mi ha portato a investire
in un materasso in memory.
Con tutte queste cure e accortezze, la situazione sarebbe dovuta migliorare,
no? No. Tra l'estate del 2014 e l'estate del 2015, sono rimasto per mesi
interi senza voce. Addirittura anche quando stavo "bene" ero un po' afono e
faticavo tantissimo a mascherare la voce. A onor del vero, il peggioramento
della situazione era parzialmente dovuto alle mie grandi difficoltà nel
mascherare la voce parlata, cosa fondamentale quando stai ore di fila a
ripetere ciò che stai studiando. Come se non bastasse, in quel periodo ho
sofferto spesso di insonnia e reflusso gastroesofageo.
Preoccupata, la mia insegnante mi ha spedito dal famoso foniatra Biondi.
Alla prima visita, egli mi ha rassicurato sull'ottima salute delle mie corde
vocali. Dopo avermi sentito cantare, si è complimentato con la mia
insegnante per avermi dato una tecnica corretta e adatta alla mia
situazione. Quale situazione? Ebbene, non avevo solamente la laringe
infiammata per via delle allergie, ma anche tonsille infiammate e
ingrossate, un bel grappolo di adenoidi e di nuovo i turbinati ipertrofici.
Ecco perché non riuscivo a mascherare bene: avevo una barriera fisica che
ostacolava il suono e bloccava le risonanze. Ed ecco anche perché avevo la
voce costantemente sporca: avevo un'infiammazione semi-perenne. Senza una
tecnica adeguata, non solo mi sarebbe stato impossibile cantare come faccio,
ma l'affrontare il repertorio complesso che ho mi avrebbe probabilmente
distrutto le corde vocali.
Ad ogni modo, a novembre 2015 mi sono fatto asportare le adenoidi e le
tonsille, mentre a gennaio 2016 ho fatto l'ennesima turbinoplastica,
stavolta con tecnica chirurgica (che dovrebbe essere definitiva o quasi).
Dopo tutta questa trafila, però, mi tocca ancora stare in guarda perché sono
a rischio polipi nasali.
Dopo cinque mesi di pausa e una una mega-influenza, ho ripreso a studiare
canto ad aprile. La differenza rispetto a prima è netta: la voce è molto più
pulita, corposa, rotonda, potente e squillante. Riesco anche a mascherare
bene senza sforzi. Nondimeno, devo riassettare l'impostazione per adattarla
alla nuova situazione, giacché gli impedimenti mi avevano costretto a
cercare soluzioni poco ortodosse che poi si sono trasformate in vizi. Sono
però fiducioso, considerando che già alla seconda lezione sono riuscito a
prendere bene delle note su cui prima faticavo.
Adesso mi sto concentrando sulla costruzione di un repertorio lirico
(operetta, per lo più), ma senza tralasciare il canto moderno. Appena mi
sentirò sicuro, inizierò a registrare delle cover da caricare su YouTube. E,
chissà, magari anche qualche inedito.
Vi saluto con un'efficace rappresentazione della mia autostima:
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Sarah's Scribbles.
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