
Per il quarto numero della rivista "Fralerighe - Fantastico" ho avuto il piacere di intervistare Francesco Falconi, che ha da poco pubblicato il romanzo "Muses" con Mondadori.
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Un
ragazzo originario della maremma che si è trasferito da anni a Roma. Ingegnere
delle telecomunicazioni e scrittore.
- Quando hai
sentito per la prima volta il bisogno di scrivere?
Credo
all’età di quattordici anni, quando scrissi per la prima volta Estasia. Ero
ancora piccolo, non avevo la minima idea che un giorno la scrittura sarebbe
diventata la mia professione. All’epoca avevo solo il desiderio di creare il
mio mondo fantastico.
- Hai da poco
pubblicato "Muses" con Mondadori, ma hai alle spalle un bel po' di
altri libri fantasy pubblicati con altre case editrici. Com'è avvenuto il
passaggio alla Mondadori?
Due
anni fa decisi di affidarmi a un agente che potesse aiutarmi a migliorarmi
nella scrittura e gestisse i rapporti con gli editori. È stata proprio la mia
agente,Vicki Satlow, a credere per prima in Muses e a proporlo agli editori. Tra
i vari interessati, abbiamo optato per Mondadori.
- So che
"Muses" ha avuto una gestazione lunga. Come mai?
Perché non mi sentivo pronto a scriverla. Non ero maturo stilisticamente né avevo la capacità di strutturare la trama a dovere. Sentivo che mi mancava qualcosa. Ho atteso due anni per colmare quelle lacune, quindi mi sono messo a scriverlo. Muses è un libro complicato, una svolta rispetto alla mia produzione precedente. E dovevo essere sicuro del salto.
Perché non mi sentivo pronto a scriverla. Non ero maturo stilisticamente né avevo la capacità di strutturare la trama a dovere. Sentivo che mi mancava qualcosa. Ho atteso due anni per colmare quelle lacune, quindi mi sono messo a scriverlo. Muses è un libro complicato, una svolta rispetto alla mia produzione precedente. E dovevo essere sicuro del salto.

Tutti
e nessuno. Ogni forma è una morte, diceva Pirandello. E Muses assume diverse
forme, che sono frammenti della mia vita. Ogni personaggio ha delle mie
caratteristiche e ci sono anche scene autobiografiche, ma non vi dirò mai
quali. Muses è una frattura con il passato, ho cercato di dare maggiore spazio
ai personaggi e alla loro tridimensionalità, concentrandomi in primis sulla
protagonista Alice. Mi sono però divertito con un crossover e con delle autocitazioni,
ma solo per gioco.
- La musica è
spesso un elemento chiave delle tue opere. Ti capita mai di
ispirarti facendoti trascinare dalla musica?
Il
contrario, mi capita sempre. Prima di scrivere un capitolo mi immagino la
scena. Dettagli, dialoghi, gesti ed espressioni dei personaggi. In sottofondo
c’è sempre una canzone.

Il
mio preferito è Ray of Light, non si discute, ma ho apprezzato anche Confession
on a Dancefloor. L’ultimo album lo reputo solare, estivo e divertente, con qualche
perla – come Gang Bang e Masterpiece. Non rimarrà però nella storia di Madonna,
questo è certo. Detesto Solveig e Orbit è stato deludente. Ma basta guardare i
numeri: a Madonna oggi come oggi interessa concentrarsi sui live.
- Hai pubblicato
il racconto "Halo" per la rivista "Weird Tales". Hai altri
progetti di natura weird o new weird?
Non
nell’immediato, ma forse è un campo che tornerò a esplorare in futuro. Ho altre
idee in mente, che prevedono una contaminazione del fantastico con una virata
più sul realistico.
- Quali sono i
tuoi autori fantasy preferiti e quali non sopporti?
Tanti,
ne cito qualcuno: tra gli stranieri Stroud, Gaiman, Rowling. Italiani, Licia
Troisi. Cosa non sopporto? Oddio, faccio prima a evitare di leggerlo. Diciamo
che ultimamente sono un po’ stanco dell’high fantasy.
- Fuori dalla
letteratura fantastica, quali opere ti hanno colpito?
Si
apre un baratro. McCarthy, Winterson, Roth, Wright e tantissimi altri. Sto
riscoprendo i classici, che da troppo tempo non leggevo, come Dostoevskij. Tra
gli italiani mi sta sorprendendo Alcìde Pierantozzi.
-
Approssimativamente, quanti libri leggi in un anno?
Circa uno a settimana. Dipende da quanto sono
impegnato sul fronte scrittura e quanti libri devo leggere a supporto della
storia che sto scrivendo. La lettura non è solo un piacere. È il mio modo per
migliorarmi. Mentre leggo, imparo.

Sono
le solite frasi che lasciano il tempo che trovano. Certo, è un periodo di
contrazione, che abbraccia tutti i generi letterari e non è limitato al genere
fantastico. Parlerei invece di saturazione di alcuni filoni, come quello sui
vampiri, che ha avuto la sua sovraesposizione.
- Cosa ne pensi
degli ebook?
Un
modo alternativo per leggere i libri. Personalmente preferisco leggere i
romanzi su carta, sono affezionato al profumo del libro, alla costola che si
scurisce man mano che il segnalibro avanza. Antico? Può darsi.
- Che consigli
daresti a un aspirante scrittore?
Di
mettersi sempre in discussione e di leggere tanto. Provare a partecipare a
delle iniziative – purché non a pagamento – per mettere alla prova le proprie
capacità. Ho lanciato da poco un’iniziativa simile, si chiama Netface. Ecco i
dettagli: www.francescofalconi.it/netface
- Grazie mille
per questa intervista!
2 commenti:
Mi hanno sempre ispirato i suoi libri, ma non gli ho mai dato una chance. Me li consigli?
L'ultimo, Muses, ha una protagonista interessante e ben caratterizzata! ;) Il suo miglior romanzo, fino ad ora.
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